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SENSI

 


Nella sua complessità funzionalità procreazione interazione armonia, ciascun essere vivente è un miracolo di natura. Pur alla luce delle più avanzate tecnologie moderne ogni più semplice filo d’erba naturale od ogni minuscolo microrganismo resta un modello costruttivo umanamente irraggiungibile. La scienza si avvia a replicare o potenziare, ma non a creare, limitatissimi fenomeni relativi agli organismi viventi.

Identicamente è un miracolo di natura una pianta o un animale nella sua totalità come in ciascuna sua singola componente.

I vegetali, quasi del tutto privi di organi di senso, sono pur sempre sull’alto della scala della bellezza dell’universo. Gli animali e l’uomo, dotati inoltre (attraverso gli organi di senso) di particolare capacità di interazione con l’ambiente, raggiungono tali livelli di complessità da suggerire l’intervento di una creazione divina.

Gli animali, uomo compreso, sono diversamente dotati di distinti organi di senso. Questi sono strutture preposte a  recepire gli stimoli esterni e interni del corpo e trasmetterli ad una centrale operativa che li valuta e decide i comportamenti di reazione. Tali organi sono i soli informatori di quanto avviene nel mondo circostante, responsabili benemeriti del legame partecipativo del singolo organismo con l’universo dei suoi simili e non, autentici padri portavoce delle esigenze migliorative e riproduttive della vita.

Negli animali le strutture di rilevamento dei dati si avvalgono di recettori di tipo chimico, per il gusto e l’olfatto, o di tipo meccanico sensibili alla pressione e al dolore, per il tatto e l’udito, o di tipo fisico-chimico sensibili alla luce, per la vista, o di tipo termosensibile, per riconoscere le temperature. Alcuni organi di senso, soprattutto negli animali, sono tanto raffinati da restare tuttora sconosciuti o misteriosi.

Ottenute le informazioni, i ricettori le traducono in impulsi nervosi istantaneamente trasmessi al sistema centrale.

Nell’uomo si contano una trentina di organi di senso, i più comuni sono: la vista, l’udito, il gusto, l’olfatto, il tatto, il dolore, l’equilibrio, la sensibilità termica, l’autopercezione.

Ciascun organo di senso è un gioiello di ingegneria. Si suole spiegare tanta raffinatezza ricordando che gli animali hanno beneficiato di centinaia di milioni di anni, corrispondenti a decine di milioni di generazioni, per formarsi e perfezionarsi.

Resta dubbia la risposta alla domanda: come è partita l’evoluzione e cosa l’ha guidata. La selezione naturale scarta i modelli difettosi ed inappropriati impedendo loro di giungere alla riproduzione; la casualità e gli stimoli ambientali modificano i caratteri dando vita ad una nuova serie di adattamenti che significano ulteriori miglioramenti occasionali e spontanei che col tempo si affinano e si consolidano; eppure permane il sospetto che quella centralina, elettrica o meccanica o psichica, che controlla gli organismi viventi non sia a sua volta ispirata o programmata da una volontà esterna, divina o naturale che sia.

Basterà osservare che nella lotta per la sopravvivenza gli individui bacati non giungendo alla riproduzione si estinguono nell’arco di una generazione e che gli individui efficienti ma meno dotati se meno evoluti si estingueranno nell’arco di un certo numero di generazioni?

I sensi non sono l’anima ma gli animatori informatori della vita esterna.


 

 

 

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