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MAUSOLEO DI ALICARNASSO

 

Dedicato nel 352 a.C. dalla sposa e sorella Artemisia a Màusolo (o Mausòlo o Mausollo) re della Caria (in Anatolia, Turchia), è il Mausoleo per eccellenza tanto da suggerire la denominazione per altre monumentali sepolture di re e imperatori e tanto da rientrare tra le Sette Meraviglie del mondo antico con le Piramidi d'Egitto (riferite a Cheope, Chefren, Micerino), i Giardini Pensili di Babilonia, la Statua d'oro di Zeus scolpita da Fidia per il Santuario di Olimpia, le Mura di Babilonia (secondo Erodoto lunghe km 86, alte m 100, larghe m 25), il Colosso di Rodi e il Tempio di Artemide ad Efeso. Successivamente le Sette Meraviglie abbracciarono altri complessi architettonici quali il Tempio di Salomone a Gerusalemme, il Faro di Alessandria, la Statua di Atena scolpita da Fidia per l'Acropoli di Atene, il Tempio di Apollo a Delfi, il Colosseo e il Campidoglio a Roma, il Ponte di Babilonia sull'Eufrate, la Muraglia Cinese e il Mausoleo di Taj Mahal ad Agra in India (vedere scheda propria).
Del Mausoleo di Alicarnasso restano poche vestigia ma molte descrizioni di storici dell’epoca ne narrano gli splendori.
Occupava ad Alicarnasso (patria di Erodoto e di Dionigi) un’area di circa trentamila metri quadri. Si componeva di un complesso a base quadrata, di stile ionico, di metri 20 di lato, alto 49 metri, sviluppato su due piani.
L’altissima zoccolatura di basamento, circa metri 22, mostrava lo scenografico loggiato soprastante adornato da 36 colonne in candidi marmi pregiati, alte 13 metri, intercalate da statue d’oro massiccio.
I fregi erano impreziositi da festoni e simbologie animali in oro e pietre rare.
La copertura, a sette gradini, che richiamavano le antiche ziqqurat, aveva andamento piramidale, ad angolo acuto di sette metri di altezza, che ne esaltava gli slanci. Era sormontata da una selva di statue e dalla quadriga terminale che proiettavano lo sguardo dell’osservatore verso l’infinito.
L’assenza di strutture di fondazione nelle aree centrali degli scavi archeologici ci conferma che l’intero complesso racchiudeva un'unica sala di circa 400 metri quadri.

 

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