MAUSOLEO DI LENIN

La Piazza Rossa di Mosca a ridosso delle mura del Cremlino, accoglie dal 1924 il Mausoleo di Lenin, padre della rivoluzione, fondatore del Partito Comunista, capo della classe operaia di tutto il mondo.

Il mausoleo era sorto come provvisorio ma il crescente afflusso di milioni di visitatori portò nel 1929 all'ampliamento e alla risistemazione in una più nobile struttura in granito rosso. Il mausoleo di Lenin ispirò quello di Mao, entrambi solenni ma sobri, la grandiosità assegnata non dall'opera in sé bensì dalla monumentalità scenografica del luogo che li accoglie: la tribuna d'onore delle grandi parate davanti alla storica dimora degli zar per il primo, la immensa piazza di Tienanmen per il secondo.

Dal 1953 quello di Lenin divenne mausoleo anche di Stalin, fondatore con Lenin del primo stato socialista del mondo, segretario generale del partito comunista dell'Urss, primo presidente di una Repubblica comunista, capo dell'armata Rossa.

La destalinizzazione operata da Kruscev nel 1964 fece rimuovere il dittatore Stalin ritenuto a posteriori carnefice responsabile di eccidi contro minoranze etniche e dissidenti politici.

Il corpo di Lenin era stato scientificamente imbalsamato per resistere nel tempo all'omaggio degli ammiratori che da sempre accalcano la Piazza Rossa con code chilometriche, anche se si sospetta che la sua mummia era stata sostituita da una statua di cera.

Il governo attuale ha proposto il trasferimento delle spoglie di Lenin nel cimitero paterno di San Pietroburgo, non per revisionismi ideologici che non hanno mai scalfito la dimensione culturale di Lenin quanto per non alimentare il culto della personalità, la venerazione di tipo religioso, il decadimento del sentimento popolare a fenomeno turistico-commerciale ed esteriore, in contrasto con la dottrina comunista che predica l’equalitarismo, bandisce il divismo e la deificazione.