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TOMBA DELLA "NOCCIOLAIA" A STAGLIENO (GE)


A Staglieno, Genova, in uno dei cimiteri più belli del mondo per pregi artistici, architettonici e soprattutto paesaggistici e ambientali, tanto che per Hemingway è una delle meraviglie del mondo, da altri è detto "metropoli dei defunti" e "museo a cielo aperto", tra mille opere di gran valore e personaggi illustri (tra i quali Giuseppe Mazzini, Nino Bixio, Ferruccio Parri, Gilberto Govi, Enrico Sanguineti, Fabrizio de Andrè, Federico Sirigu) è particolarmente amata la sepoltura della "Nocciolaia”.

Caterina Campodonico (1804-1882), venditrice di merendine e soprattutto di nocciole, condusse una vita morigerata e frugale, alle soglie della totale povertà, vissuta con dignità e determinazione attenta a risparmiare ogni più piccolo guadagno per potersi concedere una ricca sepoltura nel prestigioso cimitero di Staglieno.

Lo scultore Orengo nel 1881 l’ha rappresentata nelle sue vesti di lavoro, con la collana di noccioline in mano, un viso dolce affaticato e determinato, gli abiti curati per la grande cerimonia del distacco dalla vita.

Lo scultore ha reso la pietra sensibile alle emozioni: la ruvidità della pelle del viso, il lindore del grembiule, la delicatezza dei tessuti damascati, il regolare groviglio dei merletti, rendono insieme il profumo del pulito degli abiti e dell'innocenza dell'anima.

Qualcuno ne vede il modello della proverbiale dignitosa parsimonia genovese che risparmia in vita, nelle frivolezze, per concedersi godimenti finali, spirituali od ultraterreni, di miglior causa e maggiore durata.

Altri vedono la rappresentazione della favola moderna della persona umile che attinge ai benefici della sobrietà per assurgere alla riuscita sociale, all'ammirazione, alla visibilità e all'immortalità dell'arte.


 

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