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MANFREDI DI SVEVIA

(1232-1266)


Nipote dell'imperatrice Costanza,figlio di Federico II.

”… Biondo era e bello e di gentile aspetto...”

così Dante descrive Manfredi di Svevia, morto a 34 anni nella Battaglia di Benevento (1266) combattendo eroicamente contro l'Esercito di Papa Urbano IV schierato con l'invasore Carlo d’Angiò. Manfredi  era a capo di un governo illuminato e pacifico, Mecenate sensibile alle arti e prosecutore degli sviluppi sociali avviati dal padre Federico II di Svevia e dalla raffinata madre piemontese Bianca Lancia.

Incoronato Re di Sicilia a Palermo (1258), con il regno esteso all'intera Italia del Sud, aveva sposato Beatrice di Savoia figlia di Amedeo di Savoia; fondatore della città di Manfredonia; aveva armato modernamente il suo Esercito con ”armature a lastre metalliche" imperforabili, eppure non trovò estimatori pietosi che rispettassero le sue spoglie mortali.

La sua tomba è inesistente ma tuttora proponibile.

Taluni personaggi della Storia, ancor più quelli usciti sconfitti anche al di là dei propri demeriti, non hanno ottenuto una tomba celebrativa a causa delle esigenze personali e politiche del vincitore; talvolta non hanno avuto neppure una degna sepoltura.

A tutt'oggi nessun architetto o scultore ha trovato committenti né ispirazione per dedicargli una tomba adeguata.

” … l’ossa del corpo mio sarieno ancora
in co’ del ponte presso Benevento
sotto la guardia della grave mora".

I guelfi papalini si adoperarono per distruggerne il ricordo: diffusero dicerie che fosse stato parricida (con la soffocazione dell'amato padre Federico II ), fratricida (per liberarsi del fratello Corrado di Svevia invece morto per malaria) e usurpatore (ai danni del nipote Corradino, figlio di Corrado).

Non si sa per quali reati abbia chiesto perdono a Dio in punto di morte, come raccontato da leggende del tempo e come ripreso da Dante che lo pone nell'Antipurgatorio.

Il vescovo di Cosenza si preoccupò di far ritrovare il corpo di Manfredi, di farlo dissotterrare e trasferire ai confini dello Stato Pontificio in quanto scomunicato. Dante riassume la vicenda con i versi:

“… or le bagna la pioggia e move il vento
di fuor del Regno, quasi lungo il Verde,
 dov’e’ le trasmutò a lume spento.”

L'eventuale innalzamento di un monumento funebre in onore di Manfredi di Svevia potrebbe nascere a carico dello Stato della Chiesa che ne provocò la morte, dello Stato della Chiesa e del Vescovado di Cosenza che ne profanarono la tomba, della città di Benevento che ne ha tratto notorietà e altra ne trarrebbe, della Città di Venosa (Potenza) che gli dette i natali, della Città di Manfredonia (Foggia)che ne ebbe i natali, dei Comuni dell'area del Torrente Verde (Lunigiana) che forse lo accoglie, della Città di Napoli in omaggio al padre Federico II che dette lustro alla città, della Città di Palermo che godette la sua amministrazione, della Città di Torino che lo ebbe figlio e nipote, di Enti e privati sensibili ai suoi meriti, alla sua disgrazia e alla sua grazia.

 

IL NOSTRO SITO SI ADOPERERÀ PER COSTRUIRGLI UNA ONORATA SEPOLTURA VIRTUALE E SARÀ DISPONIBILE IN ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT MIRATE A CONSEGUIRE LO SCOPO.

 

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