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VIRGILIO - (80 -19 a.C.)


Napoli ha avuto in San Gennaro un protettore amato affidabile collaudato potente, altri portabandiera amati e popolari in Pulcinella, Franceschiello, Totò e Maradona; meno è riconosciuto l'altro  principe protettore potente che fu Virgilio.

Il sommo poeta aveva convinto l'amico imperatore Augusto a dotare Napoli dell’Acquedotto  proveniente dall’Avellinese, di una serie di nuove arterie stradali e del traforo della collina di Fuorigrotta, a sistemare una rete di pozzi per l'approvvigionamento idrico e alla creazione di nuovi impianti termali in città e in provincia.

Virgilio era nativo di Mantova ma aveva amato trasferirsi a Napoli non ancora trentenne.

Ne venne ripagato anche perché lì trovò l'ispirazione per le sue maggiori opere: le Bucoliche, le  Georgiche e l'Eneide, per le quali divenne il maggior poeta di Roma e dell'Impero.

Questi lavori letterari, soprattutto l'ultimo, gli avevano guadagnato il titolo dell'Omero della latinità;  Roma veniva accreditata di natali eroici, Augusto veniva magnificato come discendente divino.

Tormentato dalle continue guerre civili che ora premiavano  ora punivano  i suoi amici, trovò costante riparo nelle frequentazioni di Mecenate, di Epicuro e di Orazio.

Dai dotti era considerato un sapiente, dal popolo era visto come un mago per la sua dedizione alla metafisica. Virgilio stesso aveva dettato le forme e le proporzioni pitagoriche della sua tomba, sulla collina di Posillipo (Napoli), alimentando insospettate superstizioni sulla leggenda che le spoglie fossero sicura salvaguardia da invasioni e calamità per l'intera città.

I suoi studi risultarono graditi, nel tempo, anche alla Chiesa che ne vedeva interpretazioni cristiane e ne tramandò l'ammirazione.  Dante lo riconobbe proprio padre spirituale e artistico e lo nominò vate e guida incorporea nella  Divina Commedia.

                                                                                    Tomba di Virgilio a Napoli


 

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