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TITANIC


 

Mesi dopo l’affondamento, su una costa dell’isola di Terranova, tra altri relitti sospinti dalle correnti fu rinvenuto un quaderno a quadretti con pagine scritte a matita e rese quasi illeggibili dall’acqua. Non erano compiti di scuola di un bambinetto. A fatica si decifrò il contenuto: erano appunti di uno studente universitario che lavorava sul Titanic come aiuto-cuoco o aiuto-fuochista stagionale.

“Mi sono imbarcato mercoledì 10 aprile eccitato e fiero di partecipare da protagonista all’avventura del secolo ma soprattutto allettato dalla paga di 4 sterline e 10 scellini al giorno: con pochi viaggi mi finanzio gli studi per l’intero anno prossimo. Rimpiangevo la Olympic  che l’anno scorso non mi aveva assunto. Ora mi pento ma è tardi. ….. (Seguono alcune righe totalmente stinte e altre smozzicate).

….. vedendo arrivare due signore anziane ero sceso dalla scialuppa ….. fiducioso di trovarne un’altra ….. un bambino abbandonato sulla panchina ….. un omaccione si fa largo bestemmiando ….. l’ufficiale gli urla: “Prima le donne, per Dio! …

….. Non può portare quel paccone, lo lasci in cabina! ….. il rocchetto è impigliato nella carrucola …. non riesco ad allacciare il giubbotto ….. Cosa fa quel marinaio sulla coffa?” ….. Una mamma grida a squarciagola. “Aspetti l’altra scialuppa. L’acqua è gelida. No, c’è l’obbligo di recarsi sul ponte degli ufficiali.”    (Altre righe macchiate, del tutto illeggibili).

Siamo seduti nella Sala Fumatori, un centinaio di persone. Al mio tavolo una guardarobiera siede accanto a un sottoufficiale che però si rivolge a un anziano con baffi a manubrio: “Salendo a bordo, ad occhio avevo valutato che le scialuppe sono insufficienti. Il Tenente Denis mi ha raccontato che la nave prevedeva quarantotto scialuppe ma l’armatore ne aveva  fatto togliere trentadue perché disturbavano la visuale delle cabine di prima classe . Sa che in questo viaggio sono stati imbarcati 1300 passeggeri che sommati ai membri dell’equipaggio e al personale dà un totale di 2200 persone mentre le scialuppe di salvataggio e i canotti possono accogliere non più di 1200 persone?  Significa che 1000 di noi erano condannati in partenza!”…..

….. Mister Dealt, così l’ha chiamato, l’ ha ascoltato con rabbia rassegnata scuotendo lentamente  la testa e aggiunge: ”Ero orgoglioso di essere irlandese come questa nave, ora me ne vergogno. Forse il buon Dio ha voluto punire l’arroganza degli uomini. Lei, Tenente, diceva dell’armatore. L’ha visto? Era qui con noi fino a un’ora fa. Sa dov’è andato? L’ho visto io: è stato il primo a infilarsi nella scialuppa e ha dato ordine di partire in fretta prima ancora che fosse carica! Il nostro avido e folle armatore Bruce Ismay è anche un codardo!” …

….. È appena scesa in acqua l’ultima scialuppa. Altri passeggeri prendono posto nella nostra sala. Altri vedo compostamente avviati alla Sala Ristorante di Prima Classe, nell’attiguo Cafè Parisien e nella Sala di Ricevimento. Al tavolo dietro di me una elegante signora riferisce sconcertata a una dama in kimono di aver sentito raccontare sul Ponte degli Ufficiali che i passeggeri di Terza Classe sono stati chiusi a chiave dietro i cancelli di ferro. Il Tenente interviene garbatamente, quasi scusandosi, spiegando che ciò non è frutto di crudeltà del Comandante Smith ma di una normativa internazionale relativa allo sbarco a New York. …..

Nella sala regna un silenzio di straziante partecipazione alla tragedia comune. Molti si tengono per mano. Non si intrattengono conversazioni. Risuona nitida per tutti qualche osservazione di conforto sussurrata al vicino e qualche piccolo sfogo: “Non credo che quel marinaio si fosse travestito da donna per guadagnarsi il diritto alla precedenza, si era imbacuccato per il freddo! Forse era proprio quello che si era tuffato in acqua per salvare la bambina scivolata dal ponte.” ….. “Questa è zona di iceberg. Gli Inuit offrono sacrifici umani per propiziarseli ….. siamo a oltre 300 miglia dalla costa più vicina.” ….. “Il telegrafo ha assicurato che è in  arrivo la nave Carpathia” …..  “Già alla partenza si era scoperto che non c’erano i binocoli e che le vedette avrebbero avvistato gli iceberg troppo  tardi.” ….. “L’avevo detto io che il viaggio iniziava male! Il ritardo alla partenza per la collisione sfiorata era un segnale di sventura!” “È vero, ma non dimenticare che abbiamo voluto questa traversata per festeggiare i tempi moderni che danno l’addio alle superstizioni, che celebrano i privilegi della velocità, che in una settimana portano in America le persone, la posta, le merci, che prima impiegavano tre mesi di tempo!” …..“Hanno ridipinto la Olympic per renderla più fotogenica ….. i giornali inglesi titolano sulla sua e sulla nostra inaffondabilità.” ….. “Abbiamo pagato 4000 dollari per la suite per stare tutti insieme, noi di famiglia, ed ora ci è toccato lasciar partire i nostri figli mescolati a quei pezzenti che hanno pagato 36 dollari.”

Una signora è immersa nella lettura della Bibbia. Suo marito sposta da una tasca all’altra mazzette di dollari di grosso taglio e un rotolo di titoli azionari. Altra signora giovanissima con un braccio stringe al seno una bambola di stoffa e con l’altro la accarezza: è palese che sta pensando alla figlioletta consegnata chissà a chi. ….. Una vecchietta aveva diritto al posto nella lancia ma ha preferito rinunciare per restare qui e dividere la sorte col marito.  Non resta che la preghiera.

….. Un militare in alta uniforme attraversa solenne la sala, sul fondo si chiude una porta alle spalle e poco dopo udiamo uno sparo secco e sordo. Alcuni astanti si voltano di scatto verso la porta poi si guardano tra loro ammutoliti immobili pensierosi impotenti.

Garbatamente chiede di sedere accanto a noi un elegantissimo signore in frac cilindro bastone e monocolo,  seguito da un anziano maggiordomo in livrea. Dice a qualcuno o a se stesso: “La Morte va accolta in abito da sera.”

L’orchestra intona le note introduttive dell’inno ‘Nearer my God to Thee’. Il silenzio totale dell’oceano, al tacere dei motori, alla scomparsa delle eccitazioni dei trambusti per gli sbarchi, allo spegnersi delle speranze di salvezza, al sopirsi dei risentimenti e dei rancori, amplifica lo scenario evocato dal motivo musicale. È più autentico l’infinito dello spazio ed è più autentica l’intensità della solitudine. Alle parole ‘Più vicino a Te, mio Dio’ la nostra sala e tutte le contigue e le aree del soprastante Ponte Ufficiali, gremite di circa 1500 persone, formano un coro di tale vibrazione spirituale, profonda e placida, da dare la sensazione che la nave perda il peso materiale mentre in realtà essa va inesorabilmente inabissandosi.” …..

 

 Titanic

                                                                  Belfast. Titanic Museum 2012

 


 

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