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VEDISMO


Prende il nome dai Veda (“scienza sacra"), complesso di testi del 2000-500 a.C. in quattro raccolte: Veda degli Inni, Veda delle formule sacrificali, Veda delle melodie, Veda delle formule magiche (credenze e superstizioni per contrastare il diavolo).

Le divinità sono viste come funzionali all'armonico sviluppo della natura e dell'umanità.

Il loro schema teologico prevede i tre livelli della sovranità, della forza e della ricchezza. La prima è riferita al totale dominio del mondo da parte degli dèi, la seconda sancisce l'ineluttabilità degli dèi, la terza vede gli dèi come dispensatori dei frutti della natura.

Il rispetto umano della natura esige una serie di rituali e sacrifici che ricordano la sottomissione dell’uomo alla natura. Ogni sua trasgressione è variamente punibile, anche quando involontaria.

Una particolarità, unica, del Vedismo era l'assenza totale di rituali pubblici. Ogni sacrificio era espressione di un privato o di gruppo, mai di una collettività. La casta religiosa era concepita come un'impresa privata che allestiva rituali su commissione. I cerimoniali erano frequenti, numerosi e non obbligatori. I più seguiti erano i rituali attinenti i cicli naturali e quelli umani: la primavera, l'alba, il tramonto, la pubertà, il ciclo lunare e quello solare.

All'ultima fase Veda (IX-VI sec. a.C.) risalgono le Upanisad, testi sacri successivamente assunti dall'Induismo.                                                                                                                                                                                                         

La religione Veda non sopravvive nel suo spirito originario ma nelle modificazioni assunte con il Brahamanesimo e con l’Induismo. 


(nella foto Dea VARUNA)                                

 
 

 

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