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MITOLOGIA GRECA


Nei due millenni di storia greca intercorsi dall'età cretese alla conquista di Alessandro Magno, la società greca fu caratterizzata dall'assenza di uno Stato centrale, con regioni e città improntate a culture locali e democratiche, che accentuavano proprie tradizioni e proprie interpretazioni religiose e cultuali. Ne è derivata una concezione mitologica non univoca ma sfumata che talvolta vedeva convivere interpretazioni dissimili o contraddittorie. All'interno di tante variegazioni si riconoscono linee comuni soprattutto nel periodo di massimo splendore di quella cultura che abbraccia l'epoca di Omero (VIII sec. a.C.) e quella di Pericle (IV sec. a.C.).

La Terra era creduta sostenuta dal gigante Atlante perché galleggiasse sul mare. Filoteo e Aristarco sostennero che la terra girasse intorno al Sole ma furono messi a tacere da Aristotele che credeva la Terra centro dell'universo.

Gli dèi vivevano sul monte Olimpo, tra le nuvole; il loro padre era Zeus, capriccioso e gaudente padrone degli uomini, avente per fratelli Posidone, dio del mare, e Ade, dio degli inferi, per sorella e sposa Era, dea della fertilità. Loro figli erano Ares, dio della guerra, Efesto, dio del fuoco, ed Ebe, dea della giovinezza.

Numerose altre divinità discendevano da passioni extraconiugali di Zeus che via via assumeva le sembianze più utili ai suoi fini.

Una pletora di dèi e dee governavano ogni attività umana da quelle agricole a quelle artistiche, da quelle domestiche a quelle militari, da quelle religiose a quelle ludiche. Gli dèi avevano sempre aspetto umano.

A ciascuna di tali divinità veniva innalzato un tempio votivo (vedi: EDIFICI SACRI / TEMPLI GRECI). Il culto prevedeva la preghiera, il sacrificio animale, il canto, la danza. Alcune ricorrenze speciali e periodiche programmavano anche processioni e giochi.

Non esisteva una casta sacerdotale pubblica ma singoli sacerdoti e vestali dei singoli templi. Quelli di Delfi, Dodona, Orcòmeno, erano santuari destinati ad interrogare gli oracoli  sul futuro relativo a vicende personali o collettive.

I Greci vedevano destinate agli Inferi, grigi e noiosi, le anime dei comuni mortali obbligate a sopravvivere come mute ombre vaganti e vedevano destinati ad un Eliso o Isola dei Beati i meritevoli.

Poco sappiamo dei loro Misteri, segretissimi, riservati ad iniziati che potevano guadagnarsi l'immortalità.


 
 

 

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