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TRISTANO E ISOTTA


La storia di Tristano e Isotta proviene da un mito celtico, diversamente arricchito dalle successive letterature del Nord Europa. Fonde alcuni elementi storici reali con altri fantastici. Si sviluppa intorno agli antichi ideali del guerriero eroe leale ed indomabile, vittima di traversie del destino, delicato e romantico innamorato che da integerrimo cavaliere rinuncia alle passioni personali per la superiore nobiltà della causa del Principe.

Le sue trasposizioni nelle culture successive si sono nutrite di sottile  patriottismo ed altrettanto ne hanno alimentato. Il tema dell’amore impedito dalle convenzioni sociali costituisce il nerbo conduttore del racconto che avvince il lettore compreso dalla pietà per la sfortuna del prossimo e lieto di scoprire, per contrapposizione, le proprie fortune amorose non importa se grigie. 

Marco, re di Cornovaglia, è tenuto al pagamento di forti somme di soggezione al re d’Irlanda. Tristano, nipote di re Marco, inviato in una guerra di liberazione della Cornovaglia, uccide il terribile gigante Moroldo fratello del re d’Irlanda, restando gravemente ferito e venendo poi soccorso e curato (non riconosciuto) dalla bellissima Isotta, sua naturale nemica in quanto irlandese e figlia del re d’Irlanda.

Il caso spinge  il re Marco a chiedere in sposa la principessa Isotta.

In altro combattimento Tristano uccide un terribile drago; di nuovo resta gravemente ferito e soccorso e curato da Isotta che questa volta però lo riconosce come assassino dello zio Moroldo. Per amor patrio Isotta rinuncia alla vendetta e decide di sposare re Marco, invaghito di lei, ottenendo la pacificazione dei due popoli. All’approssimarsi delle nozze del re, Tristano e Isotta bevono involontariamente una pozione magica che li fa follemente innamorare.

Per la buona ragion di Stato, Isotta sposa ugualmente l’ignaro re Marco però facendosi sostituire da una ancella nel letto di nozze. Tristano e Isotta non riescono a sottrarsi al possente reciproco richiamo amoroso e continuano a frequentarsi clandestinamente finché non sono scoperti e condannati a morte. Fuggiti e ritrovati, Tristano ottiene il perdono per Isotta restituita al re e si rifugia in Bretagna, unendosi solo formalmente in matrimonio con la bella Bianca Mano. In gran segreto Tristano ritorna spesso in Cornovaglia a soccorrere Isotta continuamente insidiata dagli invidiosi.

Ancora una volta ferito in battaglia, Tristano chiede l’intervento guaritore di Isotta. La gelosia di Bianca Mano inscena un raggiro che fa credere a Tristano il rifiuto di Isotta. Pensandosi destinato a vivere senza più l’amatissima Isotta, Tristano si lascia morire. L’incolpevole Isotta giunge troppo tardi per rimediare e per il dolore a sua volta si uccide.

Il pentimento di Bianca Mano dispose la traslazione delle due salme in una tomba comune in Cornovaglia.

Trattando analoghi temi e articolando gli intrecci, via via accentrando l’attenzione sugli aspetti eroici o amorosi, molti piccoli e grandi poemi cavallereschi abbondano nella letteratura dell’epoca medievale (la Chanson de Roland e l’Orlando Innamorato) e moderna (l’Orlando Furioso e la Gerusalemme Liberata), fino al melodramma ottocentesco e al Pelleas e Melisande.‘Tristano e Isotta’ può essere visto come un loro prototipo. La ricchezza dei suoi contenuti è dimostrata proprio dal gran numero di romanzi che hanno attinto alle sue formule letterarie. L’intensità emotiva delle sue passioni è stata magnificata musicalmente dall’opera di Richard Wagner.

Nella realtà non esiste, o non è stata ritrovata, alcuna tomba di Tristano e Isotta né in Cornovaglia né altrove. In quanto antesignani di un filone letterario e simboli di slanci civili e sentimentali, Tristano e Isotta meritano un monumento o quanto meno una sepoltura nel Paradiso Virtuale.

 

L NOSTRO SITO SI ADOPERERÀ PER COSTRUIRE LORO UNA ONORATA SEPOLTURA VIRTUALE E SARÀ DISPONIBILE IN ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT MIRATE A CONSEGUIRE LO SCOPO.


 
 

 

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