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LA BELLEZZA


Molto opinabile è la valutazione che si può dare alla Bellezza del Mondo.

Le Armonie estetiche si palesano in tutte le manifestazioni del Creato. Sono espressioni di massima bellezza sia i cieli stellati, sia i giochi delle nuvole, sia le burrasche marine, sia le tempeste di vento, sia le distese verdi o fiorite, sia il singolo fiore, il singolo animale, il singolo uomo, ciascun suo gesto, ciascuno sguardo, così come ogni altra composizione naturale nel mondo minerale, vegetale, animale.

Sono esteticamente belle anche le immagini naturali che incutono paura come un terremoto, un maremoto, una frana, un animale minaccioso, un gesto cattivo dell’uomo. In tutte queste immagini naturali, anche se foriere di guai o disagi, c’è una oggettiva bellezza artistica in quanto coerente ed espressiva.

Il segreto della bellezza artistica sta in tante regole misteriose ed in altre note regole scolastiche che dichiarano opera d’arte quella che attraverso coerenze stilistiche e sollecitazioni visive e mentali conducono ad una tacita comunicazione emotiva.

Sono pochi i canoni estetici acquisiti dalla scuola mentre sono illimitati i canoni estetici suggeriti dalla natura.

La natura ci ha dato il gusto delle simmetrie e delle asimmetrie, la tavolozza dei colori, la loro giustapposizione, i loro contenuti psichici, la significanza delle linee e delle forme in rapporto alla loro funzionalità.

La Natura è Maestra d’Arte.

Quando le Scuole d’Arte hanno abbandonato il figurativismo naturalistico, la natura ha smesso di suggerire canoni estetici diretti e compiuti ma ne ha forniti di alternativi, elaborati dall’uomo in modo semplificativo o polemico o originalistico.

Desta sospetto che fino ad allora i canoni estetici noti ed ignoti fossero familiari non solo agli specialisti ma anche all’uomo comune. Significa che la Natura aveva forgiato il gusto estetico a propria immagine e somiglianza: era visto come bello ciò che era disegnato o dipinto o scolpito così come esisteva in natura, era visto come brutto ciò che alterava forme o colori della natura.

Il gusto comune formato per millenni nella direzione naturalistica continua sostanzialmente a prendere per modello le forme e i colori della natura.

Massimi modelli di perfezione estetica restano i paesaggi, le piante, gli animali e gli uomini, sia per loro proprie armonie oggettive sia per altri contenuti pratici o psichici.

Per ragioni soggettive la mamma è bellissima per il proprio bambino: questo la vede amorosa protettiva disponibile indispensabile, tanto gradevole da meritare anche massima considerazione estetica.

Analogamente i bambini sono belli, prima di tutto perché li amiamo. Sono belli perché ci ispirano tenerezza: la loro altezza limitata sottolinea l’inferiorità fisica senza competizione; la sproporzione della testa promette un futuro intelligente, questo ci attrae e ci pungola. Sono belli perché sono armoniosi: più degli adulti hanno grazia anche nelle piccole goffaggini e mancano di talune spigolosità degli adulti. Sono belli perché incarnano la bontà o la semplicità o l’ingenuità, quasi mai la malizia o la cattiveria. Sono belli perché pur ricalcando le fattezze degli adulti ne migliorano alcuni tratti espressivi come gli occhi, in proporzione, più grandi o ne alterano la funzionalità, come le mani e i piedi e gli arti più grassottelli, rendendoli più degni di tenerezze.

I bambini sono ancora più belli se sono nostri perché somigliano a persone a noi care.

Tirando le somme si vede che i bambini sono considerati belli o per pregiudizi affettivi o per raffronto con la bellezza degli adulti. Vale a dire che la bellezza dei bambini non è solo oggettiva ma è funzione del parametro dato dalla bellezza umana.

Per ragioni consimili in tutti gli animali troviamo che i cuccioli siano più belli dei loro adulti.

La soggettività del giudizio è richiamata dal proverbio napoletano che a ogni madre fa vedere bello il proprio scarafaggio o rospo o mostriciattolo che sia.

Nulla appaga visivamente un uomo più dell’immagine d’una bella donna e nulla più della vista d’un bell’uomo appaga la donna. Parallelamente accade che il massimo della bellezza per un cavallo sia una puledra e viceversa, che per un cane sia una cagnetta e viceversa, che per una mucca sia il toro e viceversa e così via per tanti animali. Per altri può valere il corrispettivo olfattivo che sostituisce o affianca il dato estetico.

Ancora una volta si conferma che i canoni estetici non sono universali ma soggettivi.

Se inoltre fosse mai accaduto che un fenomeno cosmico o geologico avesse alterato i colori e le forme della natura, magari rendendo gialli i mari e verdi i cieli e rosse le nevi e così via, e se altro fenomeno chimico o cinetico avesse reso, supponiamo, quadrati gli uomini e triangolari i bambini, ebbene in quel caso dopo millenni di assuefazione i nostri canoni estetici oggi sarebbero ben altri.

Significa che la natura bellissima e perfetta com’è sarebbe potuta essere bellissima e perfetta anche in mille altri modi: eventi accidentali avrebbero potuto introdurre forme e colori diversi che nel tempo lungo avrebbero formato un gusto estetico anche del tutto diverso da quello attuale.

Una parziale riprova è data da alcuni animali primordiali o loro diretti discendenti, come dinosauri tartarughe ragni molluschi, che in quanto appartenuti ad epoche lontane e ad ambienti radicalmente diversi dagli attuali sono portatori di canoni estetici dissimili dagli attuali.

 

Tutti gli esseri viventi risentono dell’ambiente in cui vivono fino a subirne modifiche sconvolgenti. I vegetali e gli animali, se trapiantati in ambienti climatici diversi, modificano i colori e l’aspetto; a lungo termine possono assumere caratteri estranei a quelli originari.

 

Se la Terra non avesse avuto lo strato di atmosfera con tanto azoto e un poco di ossigeno ma, immaginiamo, con un poco di idrogeno e tanto zolfo, oggi l’uomo se esistesse sarebbe un mostro con altre caratteristiche che lo renderebbero più simile ad uno scorfano o a un acaro o a un pipistrello o soltanto a un fungo e noi oggi diremmo comunque bellissima la natura e considereremmo massimo modello di perfezione estetica lo scorfano o l’acaro o il pipistrello o il fungo.


                                                                                                 
 
 

 

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