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SELEZIONE PASSIVA


Nel 1859 Charles Darwin enunciò la teoria della Selezione Naturale che afferma la discendenza di tutti gli esseri viventi da un unico progenitore comune, evolutosi nel tempo per occasionali sollecitazioni ambientali che hanno via via modificato prima i caratteri individuali poi quelli sistematicamente trasmessi alle generazioni successive.

Anche gli individui nati perfettamente uguali vengono esposti a condizioni ambientali differenti che sviluppano diversamente l’una o l’altra caratteristica somatica o metabolica o comportamentale. Nel tempo lungo, quindi nell’arco di numerose generazioni, accade che alcuni di tali caratteri risultino tanto rafforzati da risultare trasmissibili perchè privilegiati nella lotta per la sopravvivenza. Detto processo ha avviato il meccanismo della Selezione e della Evoluzione della specie.

Nella riproduzione asessuata accade che un organismo si riproduca autonomamente trasmettendo tutti e solo i propri caratteri, generando clonazioni di se stesso. In tal caso gli organismi discendenti potranno subire solo le variazioni imposte dall’ambiente nel tempo che va dalla loro nascita alla loro riproduzione.

 Nella riproduzione sessuata, viceversa, gli organismi discendenti acquisiranno già alla nascita una serie di variazioni individuali prodotte dalla diversa combinazione occasionale dei caratteri dei due genitori; la diversità di partenza accentuerà la diversità delle risposte agli stimoli esterni, aprendo un più vasto ventaglio di dissomiglianze tra gli individui.

La limitatezza delle risorse naturali per la sopravvivenza finirà per favorire alcuni individui meglio dotati rispetto ad altri. I più dotati, ossia i più adatti alle circostanze, hanno maggiori probabilità di sopravvivenza e maggiori probabilità di riproduzione, innestando in tal modo il processo selettivo degli individui e della specie.

Le mutazioni genetiche che ne derivano non conducono sempre ad evoluzioni lineari unidirezionali ma sono sempre indirizzate alla ricerca dell’adeguamento alla disponibilità e alla qualità delle risorse alimentari. Ne può conseguire che alcune specie avvantaggiate in una fase evolutiva ambientale risultino danneggiate nell’eventuale  modificarsi dell’ambiente in senso contrario.

In tutti i processi sopra ricordati, gli organismi viventi subiscono PASSIVAMENTE i condizionamenti ambientali. Anche negli apparenti comportamenti intelligenti degli animali e dell’uomo che sembrano puntare all’Evoluzione, prevenendola e favorendola, c’è sempre un istinto naturale ottuso, materiale ed indifferentemente evolutivo o involutivo, sempre solo adattativo alle risorse alimentari del momento.

Perfino nell’amore materno che sembra il più disinteressato, poetico e spirituale dei sentimenti, è primario il bisogno della natura di proteggere i neonati per assicurare loro sostentamento, protezione, accrescimento e riproducibilità; così come è primario anche il bisogno della natura di gratificare la madre per rinnovarle il piacere della vita e del suo prolungamento.

Alle mutazioni subite passivamente si aggiungono, per le sole creature dotate di anima (gli animali), le mutazioni cercate e ottenute ATTIVAMENTE, ossia prefigurate e inseguite e favorite dal desiderio psichico dell’individuo dotato di anima (vedere scheda SELEZIONE ATTIVA).


EVOLUZIONE DELLE ALGHE IN 2 MILIARDI DI ANNI.

 

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