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MITOLOGIA

  Tutte le culture anche più antiche e primitive hanno dato una interpretazione sistematica ai grandi misteri del mondo, dalla nascita dell’universo ai fenomeni naturali ai comportamenti umani alla morte all’oltretomba.
   La Mitologia ne raccoglie le narrazioni, le favole, i culti, le credenze, i simboli, le storie umane, il come e perché accadute e come destinate a  svilupparsi.
 Sono qui di seguito richiamati i principali personaggi, luoghi, vicende, miti e riti, che hanno svolto rapporti particolari con l’aldilà e che riguardano i temi dell’AMORE – AnimaMORteEternità. (Nei casi di interpretazione dissimile fornita dai distinti autori, abbiamo accolto quella data da Ovidio nelle Metamorfosi o da Dante nella Divina Commedia).

 
ADE
fratello di Giove e di Nettuno, signore dell’Inferno. Coincideva con l’Averno, regno dei Morti, posto a Cuma, vicino Napoli, dove risiedeva una famosa Sibilla. Ade, chiamato anche Plutone, aveva brutte fattezze tanto che nessuna dea l’avrebbe amato, sicché  per conquistare la bellissima Persefone (in latino Proserpina) dovette rapirla. Amministrava la giustizia dell’Oltretomba con tanta inflessibilità che lo rendeva temuto quanto o più di Giove. Era rappresentato con tunica nera, scettro di ebano ed accompagnato da Cerbero, il mostruoso famelico cane a tre teste.
 
AMORE o EROS o CUPIDO
bellissimo dio forse figlio di Marte e Venere o forse del vento e dell’arcobaleno, faceva ciecamente innamorare chi veniva colpito dalle sue frecce. Amò Psiche e ne ebbe la figlia Voluttà.
 
ANIMALI
L’indole, l’aspetto, le consuetudini o qualche altro loro carattere, ha fatto associare singoli animali ai consonanti attributi delle distinte divinità. In loro nome nasceva la felicità o la perdizione.
Ad Ares-Marte erano consacrati il cavallo, il lupo e il picco verde, ad Aremide-Diana la cerva e il barbio, ad Era-Giunone l’agnello, ad Efesto-Vulcano il leone, ad Eracle-Ercole il cervo, l’Idra di Lerne ed il grifone, a Priapo l’asino e l’oca, ad Iside la giovenca e l’oca, a Dioniso-Bacco la gazza, la lepre, il drago e la pantera, alle Furie o Erinni la pecora, ai Lari o Penati il cane, a Zeus-Giove l’aquila, ad Era-Giunone il pavone, ad Apollo-Febo il cervo, il cigno, lo sparviero ed il serpente, ad Afrodite-Venere la colomba e la sardella, ad Atena-Minerva il gallo, la civetta e il drago, ad Esculapio il gallo e il serpente, a Teti l’alcione, a Poseidone-Nettuno il tonno. Tali animali erano simboli o compagni prediletti delle singole divinità e spesso anche loro vittime sacrificali.
 
ANTAMTAPPES
inferno indiano, composto da selve oscure in cui crescevano piante spinose e urticanti tra insetti molesti e bestie feroci destinate a tormentare le anime dei dannati.
 
APOTEOSI
Per i Romani era la deificazione solenne di un eroe o un imperatore che si fossero distinti per particolari meriti civili o militari.
 
ALCESTI
Esempio di massima fedeltà e amore coniugale, Alcesti sacrificò la vita per salvare quella dello sposo Admeto. Secondo una leggenda, il gesto sublime commosse Proserpina che ottenne da Plutone il ritorno in vita di Alcesti; secondo altra leggenda fu Ercole a convincere Plutone offrendosi di combattere e legare la Morte con catene di diamanti.
 
ADONE
Bellissimo giovane, tanto che fu il primo amore di Venere. Venne ucciso dal rivale Marte. Alla sua morte le erbe e le rose che fino ad allora erano state bianche divennero rosse del suo sangue. Giunto nell’Ade fece innamorare Proserpina. Questa per tenerselo respinse le richieste di Venere che aiutata da Giove aveva ottenuto di riportare Adone in vita. Su proposta della Musa Calliope si concordò che Adone restasse sei mesi in vita con Venere e sei mesi nell’Ade con Proserpina.
 
ALLEGORIE
Erano la personificazione dell’astratto. Rappresentazione o trasfigurazione di mali e virtù della vita e più spesso compagne nell’immortalità. Onorate come divinità.
 
La NATURA
era una figura femminile con doppia fila di mammelle.
 
L’AMICIZIA
una ninfa con alloro e mirto, a volte appoggiata ad un olmo con viti avvinghiate.
 
La PACE
una giovane con ramoscello d’ulivo e cornucopia.
 
La LIBERTÀ
donna con scettro e con un gatto ai piedi. 
 
La  SALUTE
saggia ninfa coronata d’alloro, con scettro ed erbe medicinali. 
 
L’ OCCASIONE
era una donna nuda, con una sola ciocca di capelli sulla testa calva e simboli vari di casualità e momentaneità.
 
L’ABBONDANZA
era una vivace ninfa dorata con fiori e frutta.
 
La FAMA
alta donna alata con centinaia di bocche e orecchie e occhi.
 
La VITTORIA
donna alata con in mano una palma e una corona d’alloro.
 
La PERSUASIONE
bella donna serena, semplice, allettante.
 
L’INNOCENZA
giovinetta vestita di bianco e di candido aspetto.
 
Il PUDORE
timida giovane con giglio in una mano e l’altra impegnata a tenere chiusa la veste per sguardi indiscreti.
 
La PRUDENZA
donna con specchio e serpente avviticchiato.
 
L’ONORE
fiero guerriero con armi e monili d’oro.
 
La FEDELTÀ
donna in bianco con chiave in mano e cane affianco.
 
La PIETÀ
una madre che accarezza il capo di un bimbo.
 
La BENEFICENZA
donna elegante con doni e un alcione.
 
La CLEMENZA
un’aquila che controlla il fulmine e reca un ramoscello d’ulivo.
 
La CARITÀ
donna con grande cuore, amorosa con bambini.
 
La PIGRIZIA
donna sciatta coperta di muschio, seduta a terra, disinteressata a tutto e con la clessidra rovesciata.
 
L’OZIO
giovane grasso addormentato, amico d’un maiale.
 
L’INVIDIA
una vecchia d’aspetto sgradevole attorniata da serpenti.
 
La CALUNNIA
una Furia collerica e tormentatrice, con una torcia torturatrice.
 
La MALDICENZA
donna brutta e velata, acuminata, armata di vipera velenosa.
 
La POVERTÀ
una mendicante vestita di stracci, pronta a raccattare avanzi altrui.
 
La FAME
donna ossuta, con mani legate, impedita ad agire.
 
La PAURA
donna con viso travolto e capelli disordinati.
 
Il TERRORE
figura coperta di pelle di leone, con scudo raffigurante una testa di medusa.
 
Il RIMORSO
rappresentato da un avvoltoio che mangia il fegato di Prometeo.
 
La FORTUNA
donna alata e bendata, con cornucopia.
 
La SPERANZA
graziosa fanciulla in verde, con ali di farfalla e fiori primaverili.
 
Il RIPOSO
rappresentato da Ercole armato della sua clava in un momento di tregua.
 
La GIUSTIZIA
una matrona con corona in testa e scettro in mano, accanto a un libro di leggi ed un bambino addormentato.
 
La PROVVIDENZA
matrona cinta d’alloro con capelli ricci, con cornucopia ricolma di frutti.
 
La VERITÀ
giovane nuda e con specchio in mano.
 
La CONCORDIA
una giovane che porge fiori e frutti e verghe.
 
La VOLUTTÀ
una molle matrona distesa sul prato, con un fragile globo di vetro.
 
La MORTE
era raffigurata da uno scheletro armato di falce.
 
L’IMMORTALITÀ
era presentata come una donna ammantata di stelle e recante una palma avviluppata a un cerchio d’oro.
 
L’ETERNITA'
era rappresentata come un serpente che si morde la coda.
 
ARA
Tavola in pietra per le offerte e i sacrifici agli dei. Per le cerimonie speciali dedicate agli dei Superi, cioè del cielo, e agli Inferi, cioè i terrestri, si ricorreva agli Altari, più ricchi e imponenti, posti all’interno o sul davanti dei templi.
 
AMÀNO
antico dio del Sole, venerato dai Persiani.
 
AMBROSIA
Era il cibo degli dei, accompagnato dal nettare, che dava l’immortalità.
 
AMIDAS
Divinità giapponese che proteggeva l’anima umana dalle tentazioni del Male.
 
ARIMANE
dio del Male contrapposto ad Oromane, dio del Bene, nella mitologia zoroastrica.
 
ARTEMIDE o DIANA
dea del cielo, della terra e degli inferi, per questi era anche Ècate (che  cento in greco) come gli anni di condanna a vagare per le anime restate senza sepoltura. Il suo tempio a Efeso era tra le Sette Meraviglie del mondo.
 
ARTEMISIA
massimo esempio di attaccamento coniugale proseguito oltre la morte. Moglie del re Màusolo (o Mausòlo) ne ingoiò le ceneri per dare al marito la migliore tomba che potesse desiderare. Successivamente gli fece innalzare un monumentale sepolcro, noto come Mausoleo di Alicarnasso ed entrato nel novero delle Sette Meraviglie del mondo.
 
ASCLEPIO o ESCULAPIO
Padre della Medicina, tanto apprezzato da far nascere la leggenda che potesse addirittura resuscitare i morti.
 
ASSAVINO
nome dato dagli Arabi al dio Sole.
 
ASTARTE
generatrice dei viventi per i Fenici.
 
ATROPO
Tra le Parche era quella che recideva il filo della vita.
 
AVERNO
Lago di Cuma (Napoli) che  si riteneva l’entrata agli Inferi.
 
AZRAELE
Era l’angelo della Morte per la mitologia turca.
 
BAAL
Massima divinità per i Babilonesi ed altri popoli orientali.
 
BAAL-SEMEN
dio Sole per i Fenici.
 
BALI
dea dell’inferno per gli Indiani, opposta a Visnù dio della luce.
 
BÀTALA
dio dell’Universo per i Filippini.
 
BRAHMA
componente della Trimurti, dio dell’Universo per gli Indiani.
 
CALI o CALÌ o KALI
dea del tempo per gli Indiani.
 
CALIPSO
la bellissima dea che non riamata da Ulisse gli aveva invano promesso l’immortalità.
 
CARONTE
traghettatore delle anime dannate sulle rive dell’Acheronte.
 
CASTORE
(vedere Dioscuri).
 
CÀUTSER
profumato fiume del Paradiso musulmano, che scorre tra pietre preziose e sponde d’oro massiccio.
 
CERBERO
Feroce cane a tre teste, posto a guardia dell’Inferno per impedire ai vivi di entrarvi e ai morti di uscirne. (Vedere Enea, Ercole, Orfeo).
 
CIANG-TI
l’Essere Supremo per i Cinesi.
 
CINÒSSEMA
Nome dato al Mausoleo del cane di Xantippo innalzato a Salamina per ricordare il sacrificio nell’inutile tentativo di seguire il padrone oltremare. 
 
CIPRESSO
simbolo della tristezza inconsolabile, sacro a Plutone, dio dei morti.
 
CIRCE
la maga figlia del Sole e della Luna o del Giorno e della Notte, che amò Ulisse e gli suggerì di recarsi all’Inferno per avere dall’indovino Tiresia indicazione sulle rotte per il ritorno ad Itaca.
 
CLOTO
quella delle tre Parche che filava lo stame della vita degli uomini.
 
CNEF
l’Essere Supremo e primigenio degli Egizi.
 
COCITO
fiume infernale alimentato dalle lacrime dei dannati. Lungo le sue rive erravano le anime dei defunti in attesa di sepoltura.
 
COLLINA
dea protettrice di valli e monti.
 
CONFUCIO
filosofo e letterato cinese. Sui suoi altari si brucia l’incenso per tenerne vivo il pensiero.
 
CREPUSCOLO DEGLI DEI
Nella mitologia scandinava indica il giorno della distruzione della vita sulla Terra seguito dal formarsi di una nuova armonia universale.
 
DANACEA
moneta da pagare a Caronte per il trasbordo sullo Stige.
 
DEI CELESTI
Personificazioni di vizi e virtù umane e di fenomeni naturali. Zeus-Giove era considerato padre degli dei. Tra i più potenti erano il Fato, Minerva, Marte, Apollo, Venere, Diana, Mercurio.
 
DEI INFERNALI
Divinità giustiziere (soprattutto Plutone, Proserpina ed Ecate) che inviavano le anime dei defunti nel paradiso dell’Eliso o nella dannazione del Tartaro al centro delle viscere della Terra per triboli eterni.
 
DEMONIO
Genio del Male che ispira le cattive azioni degli uomini.
 
DIDONE
Secondo una prima leggenda si suicidò per restare fedele allo scomparso marito Sichèo. Secondo Virgilio si suicidò alla partenza di Enea. Quando questi scese all’Inferno per ritrovare il padre Anchise vi trovò anche Didone che lo respinse.
 
DIOSCURI
i due gemelli Castore e Polluce figli di Giove. Alla morte del primo, il secondo (che era immortale) si lamentò con Giove del diverso destino; fu accontentato ottenendo che entrambi vivessero insieme alternativamente un giorno sull’Olimpo e un giorno all’Inferno.
 
DITE o CITTÀ DI DITE
è l’Inferno o una sua parte.
 
DRUIDI
sacerdoti e governanti degli antichi Celti.
 
ÈCATE
dea della notte, della paura e dell’Inferno. Forse era il terzo aspetto della Diana terrestre e della Luna celeste.
 
ECO
Ninfa innamorata, non corrisposta, di Narciso si consunse fino a ridursi a sola voce.
 
EDDA
Poema nazionale scandinavo, raccoglie i miti nordici e la gloria di Odino.
 
ELA
dea della Morte nelle mitologie scandinave.
 
ELEFANTE
In molte credenze antiche era simbolo di eternità.
 
ELEUSI
città dei Misteri Eleusini, ricorrenze strettamente riservate agli iniziati sui misteri della morte.  
 
ELISO
Paradiso degli eroi e degli artisti, con campi fioriti, canto d’usignoli e musiche celestiali.
 
ENDIMIONE
Bellissimo pastore, figlio di Giove, ottenne di dormire per trent’anni forse per punizione o forse per non invecchiare o per superare una delusione d’amore. Artemide, commossa, tutte le notti in forma di Luna andava a baciarlo rischiarandolo con il suo flebile alone di luce.
 
ENEA
Eroe troiano, fondatore della stirpe romana. La Sibilla Cumana gli suggerì di far visita al padre Anchise nell’Averno dove rivide anche la moglie Didone.
 
ERA o GIUNONE
per i Romani, sposa di Giove, era la dea della luce e della bellezza    matronale.
 
ERACLE o ERCOLE
per i Romani, figlio di Giove, autore di gesta leggendarie. L’ultima sua fatica fu la lotta con l’infernale cane Cerbero.
 
ERINNI o FURIE
dee vendicatrici in vita e in morte, con flagelli terribili contro gli uomini e le città.
 
ERMES o ERMETE
o il romano MERCURIO, divinità potente e complessa. Abbraccia anche l’ufficio di consegnare a Caronte le anime dei morti.
 
EROI
particolari divinità minori o semidei come Ercole, Teseo e i Dioscuri.
 
ERÒSTRATO
eroe in negativo: pur di far parlare di sé incendiò il meraviglioso tempio di Artemide ad Efeso.
 
ETÀ DELL’ORO
Era la leggendaria prima epoca umana, simile all’Eden. Seguita dall’Età dell’Argento, con minori privilegi, e via via dalle altre del Bronzo e del Ferro, con sempre maggiori difficoltà fino al dolore e alla morte.
 
ETERNITÀ
Era rappresentata allegoricamente come una donna velata ammantata di stelle e cinta da un serpente che si morde la coda.
 
ETTORE
massimo eroe troiano, sconfitto e umiliato da Achille ottenne poi il riconoscimento al diritto di una sepoltura onorata anche dal nemico.
 
EURIDÌCE
la ninfa che Orfeo ottenne di riprendersi dall’Inferno. Questi aveva commosso Plutone e Proserpina, aveva reso inoffensivo Cerbero, ma non aveva saputo resistere al desiderio di guardare la sposa: disobbedendo a tale condizione, Euridice si dileguò e Orfeo perse il diritto a riportare la sposa sulla Terra.
 
EVOCAZIONE
funzione sacra che stabiliva un contatto diretto con gli dei e con i defunti.
 
FATO o DESTINO
figlio cieco del Caos e della Notte, dominava cielo terra mare inferi. Rappresentava le forze incontenibili, morte compresa.
 
FAVOLA
figlia del Sonno e della Notte, dea capace di alterare la realtà.
 
FEBRUA
nomignolo di Giunone. Nel mese di febbraio le si offrivano sacrifici in onore dei defunti.
 
FERALIA
le commemorazioni dei morti che si tenevano nel mese di febbraio.
 
FOO
saggio cinese, divinizzato dopo ottomila reincarnazioni in corpi animali.
 
FREIA
dea dell’amore nei miti nordici, presceglieva le anime degli eroi meritevoli caduti in battaglia.
 
FRIGGA
sposa di Odino, progenitrice dell’umanità.
 
FTÀ
creatore dell’Universo nei culti egizi.
 
FUNERALE
rito funebre romano comprendente più frequentemente il rogo.
 
GALASSIA o VIA LATTEA
polvere del latte di Giunone fatto schizzare da Ercole poppante, oppure strada celeste ravvivata dal cammino degli eroi.
 
GEA
dea primigenia, da lei nacquero la Terra, il Mare e l’Amore. Da questi gli altri dei e gli uomini.
 
GIANO
il dio romano a due facce. Era la porta del mattino e la porta della sera, dell’entrata e dell’uscita, il passato e il futuro.
 
GIOVE o ZEUS
padre potente e terribile di tutti gli dei. Onnipotente, capriccioso e donnaiolo, doveva sottostare solo al Fato.
 
GNOMI
genietti tesorieri, abitatori di caverne.
 
HYPNOS
personificazione del Sonno, figlio della Notte, fratello gemello di Thanatos, la morte. Dio benefico, suoi doni erano il riposo e l’oblio.
 
IAMA
dea della Morte per gli indiani.
 
ICADI
feste tenute mensilmente dai filosofi in onore di Epicuro.
 
IDROFÒRIE
cerimonie funebri a suffragio delle anime dei defunti.
 
IDÙNA
nella mitologia nordica custodiva i frutti dell’immortalità.
 
IFURO
l’inferno dei Galli.
 
IMMORTALITÀ
Nelle allegorie era rappresentata come donna con stella sulla fronte e cerchio d’oro palmato nella mano.
 
INFERNO
Anticamente collocato nelle viscere della Terra, distinto in Èrebo, Tartaro ed Eliso.
 
IPSISTO
Essere supremo e padre di tutti gli dei per i Fenici.
 
ISIDE
moglie di Osiride, madre di Horos, divenuta dea della notte, identificata con la Luna, tra le massime divinità egizie.
 
LÀCHESI
quella delle tre Parche che avvolgeva il filo della vita intorno al fuso (Cloto lo filava e Atropo lo tagliava).
 
LAOCOONTE
sacerdote troiano che denunciò l’inganno del Cavallo di Ulisse, zittito da serpenti marini che lo soffocarono insieme ai figli.
 
LAODÀMIA
vedova di Protesilào prima vittima di Troia, ottenne dagli dei che il marito tornasse in vita ma solo per tre ore, dopo le quali si dette la morte.
 
LELO
dio dell’amore nella mitologia scandinava.
 
LÈMURI
le anime dei defunti: Lari se buoni Larve se cattivi.
 
LETE
fiume infernale che dava l’oblio delle vicende terrene.
 
MAIS
dea indiana preposta alla metempsicosi o trasfigurazione delle anime dei morti nel corpo di animali per la progressiva purificazione.
 
MANI
geni tutelari della casa, come i Lari trasfigurazioni delle anime buone dei defunti della famiglia.
 
MAUSOLEO
nome dato dapprima al grandioso monumento funebre dedicato da Artemisia al marito Mausolo, poi dato a consimili imponenti sepolture.
 
MELÀMPADON
nome del più alto Paradiso indiano.
 
MELPÒMENE
Musa della tragedia, recava in mano un pugnale sempre insanguinato.
 
MÈMNONE
ucciso da Achille nella guerra di Troia ottenne l’immortalità. In suo onore fu eretto il Colosso di Memnone, una delle sette meraviglie, che all’alba magicamente emanava note celesti.
 
MENÙ
dio generatore del mondo per gli indiani.
 
MERAVIGLIE (LE SETTE M.)
Massime espressioni dell’arte e della monumentalità; divenute immortali nella memoria anche se molte di quelle opere sono scomparse. In antico erano considerate tali le Piramidi d’Egitto, i Giardini Pensili di Babilonia, il Mausoleo di Alicarnasso, il Colosso di Rodi, il Faro di Alessandria, la statua d’oro di Zeus ad Olimpia, il tempio di Artemide ad Efeso. In seguito furono integrate con il Campidoglio, il Colosseo, il Partenone, la Muraglia Cinese, i Colossi di Memnone, la città di Tebe, il tempio di Adriano a Cizico, l’Arca di Noè, il Tempio di Salomone ed altre.
 
MÌLITTA
madre generatrice degli animali e delle piante nelle credenze assiro-babilonesi.
 
MITRA
dea persiana del Cielo, della Terra e della Morte.
 
MOIRE o PARCHE
le tre divinità che decidevano il destino degli uomini: Cloto, Lachesi e Atropo (v.).
 
MORFEO
figlio del Sonno e delle Notte.
 
MORTE
figlia impietosa di Èrebo (l’Inferno) e della Notte e sorella del Sonno; rappresentata da uno scheletro dotato di falce.
 
MOUTH
dea generatrice del mondo per gli egizi.
 
MÙKDEN
antica città cinese che ospitava le tombe degli imperatori.
 
MUSE
dee ispiratrici: Clio della storia, Calliope della poesia epica, Urania della geometria e dell’astronomia, Melpomene della tragedia, Talìa della commedia, Tersicore della danza, Èrato della poesia amorosa, Euterpe della musica, Polimnia della musica sacra.
 
NAÌDIA
piccoli monumenti funebri greci.
 
NARCISO
dopo aver causato la consunzione di Eco (ridotta a sola voce) fu punito con la morte datagli dal suo amore per la sua propria bellissima immagine riflessa nell’acqua dalla quale non seppe mai staccarsi.
 
NÀIARAN
spirito primitivo delle acque, anticipatore del mondo nella mitologia indiana.
 
NECISIE
celebrazione dei defunti, ai quali era consentito, durante la ricorrenza, il ritorno dall’oltretomba.
 
NÈMESI
Dea della vendetta e della compensazione. Puniva anche chi dissipava i benefici elargiti dalla sorte.
 
NÈNIA
erano i pianti funebri dei parenti e delle prefiche.
 
NÈTTARE
la bevanda che dava l’immortalità.
 
NIFIHÈIM
era l’Inferno della mitologia scandinava.
 
NIIA o NIAME
dio dell’inferno scandinavo.
 
NISO
Un capello d’oro gli assicurava l’immortalità. La figlia Scilla glielo recise per favorire la vittoria dell’amato Minosse.
 
ODINO
padre degli dei e generatore dell’Universo nella mitologia scandinava. Nel suo Valhalla accoglieva gli eroi morti in guerra
 
OLIMPO
Invisibile montagna, residenza degli dei.
 
ONEICOS
Personificazione del sogno. Abitava vicino all’Inferno.
 
ORCO
dio romano della morte.
 
ORFEO
impareggiabile suonatore della cetra. Con la sua musica e il suo canto raddolcì Plutone, Proserpina e Cerbero ottenendo di riportare in vita lamata Euridice, che poi perse subito per non aver resistito al desiderio di guardarla, con questo disattendendo l’impegno assunto.
 
ORFICO
era il mistero che stabiliva la trasmigrazione dell’anima nel corpo d’altra persona fino a raggiungere la purificazione.
 
ORMUZD od OROMÀZE
divinità del Bene contrapposto ad Arimàne, divinità del Male, nella mitologia persiana.
 
OROS
dio egizio, simbolo del Sole, figlio di Iside e di Osiride.
 
OSIRIDE
dio egizio, presentato in forma di bue, sposo di Iside.
 
OVIDIO
massimo mitologo, del tempo di Augusto e Tiberio. Ritenuto infine mago incantatore, imitatore dei suoni della natura e degli animali al punto che ognuno, ascoltandolo, ne percepiva le voci che più gli aggradavano.
 
PAGODE
i templi innalzati agli dei da indiani e cinesi.
 
PANACÉA
figlia di Esculapio, capace di curare tutte le malattie.
 
PANDORA
Donna che aveva avuto in dono mille fortune ma anche un misterioso vaso, maliziosamente da Giove destinato a Promèteo. Questi fu attento a non aprirlo, non così il fratello Epimetèo, che l’aprì e ne fece sgorgare anche i mille mali del mondo.
 
PANTHEON
Monumenti eretti in onore di tutti gli dei e di tutti i culti.
 
PARABRAHAMA
divinità primigenia indiana, madre di Siva, di Vishnù e di Brahama.
 
PARENTALI
Commemorazione romana dei defunti, con banchetti tra i parenti.
 
PARCHE o MOIRE
le tre dee che filavano e recidevano la vita degli uomini.
 
PÀTALA
l’inferno nella mitologia indiana.
 
PERSEFONE o CORE o PROSERPINA
rapita da Plutone fu condotta nell’Averno e resa regina dei morti. Cerere, sua madre, che l’aveva richiesta per sé, ottenne da Giove che Persefone vivesse per alcuni mesi sulla terra e per il resto dell’anno sottoterra.
 
PERSÈO
riuscì nell’impresa di uccidere Medusa, la sola delle tre Gorgoni non immortale, per impedirle di pietrificare gli uomini con la sua bellezza mostruosa.
 
PITÀGORA
filosofo di Samo, teorico della metempsicosi che prevede la purificazione dell’anima, trasmigrando dapprima nel corpo di altri animali.
 
PLUTONE o ADE (v.).
 
PRÉFICHE
donne piangenti ai funerali, previo compenso.
 
PROMÈTEO
responsabile d’aver dato agli uomini il fuoco ed altre conoscenze fu punito da Giove che lo incatenò ad un colle e lo espose alla voracità di un’aquila che gli divorava il fegato. Fu salvato dal centauro Chirone che offrì in cambio la propria immortalità.
 
PROSERPINA
altro nome di Persefone (v.).
 
PSICHE
(in greco significa anima). Era una bellissima principessa amata da Cupido senza poterlo mai scorgere in viso finché riuscì a vederlo ma causandone involontariamente la scomparsa. La disperazione la portò al suicidio, fermato in tempo dall’ombra di Cupido. L’intercessione di Giove la fece assurgere in cielo e le permise di ricongiungersi all’amato.
 
PTERELAO
nipote di Nettuno, aveva il dono dell’immortalità legata però ad un capello d’oro. Strappato il capello per esigenze contingenti (utili alla figlia Cometo) l’immortalità svanì all’istante.
 
QUIES
divinità della quiete o del riposo, suoi sacerdoti erano i Silenziosi.
 
RADAMANTO
giudice dell’Oltretomba, pesava le anime distinguendone i meriti ed inviandole infallibilmente all’Eliso o al Tartaro.
 
RAMOSCELLO D’ORO
passaporto suggerito dalla Sibilla Cumana ad Enea per entrare all’Inferno.
 
REA SILVIA
vestale madre di Romolo e Remo. Sepolta viva per non aver rispettato il voto di castità.
 
RHÀ e AMMON RHÀ
il Sole, massima divinità, dio della luce, generatore dell’Universo, per gli Egizi.
 
SACELLO
luogo sacro e recintato dotato di altare votivo.
 
SAGGI
I più dotti d’ogni luogo e d’ogni tempo. Stabilivano regole sociali e morali e le tramandavano. I SETTE SAGGI erano Talete, Solone, Chilone, Pittaco, Biante, Cleòbulo e Periandro.
 
SAMAELE
angelo della morte per gli Ebrei.
 
SHIVA o SIVA
divinità della Trimurti indiana, con l’attributo della trasformazione e della distruzione, mentre competeva a Brahama la creazione e a Visnù la conservazione.
 
SCONOSCIUTO (DIO S.) o DIO IGNOTO
dio prima greco poi romano che colmava possibile lacune propiziatorie.
 
SIBILLE
vergini che avevano il dono della chiaroveggenza. Le più famose erano la Sibilla Delfica o Dafne, figlia di Tiresia, la Sibilla Eritrea, la Sibilla Persica, quella Libica, quella Frigia, quella Cumana, quella Samìa, quella Ellespontina, quella Tiburtina e quella Cumèa.
 
SISIFO
figlio di Eolo, era riuscito a immobilizzare la morte; da Giove fu punito con l’obbligo di riportare in cima a un monte un masso che poi rotolava continuamente a valle.
 
SOGNI
i figli del Sonno.
 
SOLE
astro della luce e della fecondità. Osiride, Oro e Serapide per gli Egizi, Ormuzd e Mitra per i Persiani, Febo per i Greci, Apollo per i Romani, Odino per gli Scandinavi.
 
SONNO
figlio dell’Erebo e della Notte, fratello della Morte, padre dei Sogni, abitava una caverna ai margini del fiume Oblio.
 
SÒRGON
il Paradiso indiano.
 
STIGE
fiume infernale dalle acque gelide e corrosive. In suo nome giuravano anche gli dei pena la perdita dell’immortalità. Superato lo Stige, si approdava all’Acheronte.
 
TAGETE
nato vecchio morì giovane. Insegnò l’arte della divinazione.
 
TÀNATO
dio della Morte, fratello del Sonno,.
 
TANTALO
per aver svelato agli uomini i segreti degli dei venne punito col famoso supplizio che porta il suo nome e consistente nella condanna a morir di sete e di fame pur davanti a cibarie che magicamente gli si sottraggono.
 
TESEO
Tra altre sue memorabili imprese quella di rapire Proserpina all’Inferno, per questo fu punito da Plutone e poi salvato da Ercole; più famosa, aiutato da Arianna, l’impresa dell’uccisione del Minotauro nel labirinto di Creta.
 
TEUT o THOT
l’Essere Supremo per i Celti e per i Germani.
 
TIÈN
divinità che governa il creato per i Cinesi.
 
TIRESIA
accecato per aver visto nuda Minerva fu compensato col dono della veggenza che conservò anche dopo la morte.
 
TRÈNI
Erano le nenie funebri dei Greci.
 
TRIFORME
altro nome di Ecate, dea della Notte e dell’Inferno per le sue tre facce relative alle età e alle funzioni.
 
TRIMURTI
Era la terna Brahma Shiva Visnù (v.).
 
URANIA
Era uno dei tre maggiori appellativi di Venere, riferito ai poteri celesti e all’amore spirituale. Gli altri due nomi erano Pandèmo, per l’amore sensuale, e Pontia per la protezione della navigazione.
 
VALHALLA
paradiso nel mito scandinavo, dove Odino accoglieva le anime degli eroi caduti in guerra.
 
VALCUNDIANO
paradiso indiano in cui le anime meritevoli erano premiate da Visnù.
 
VALENZIA
primo nome della Città Eterna, tenuto segreto perché nessuno potesse maledirlo.
 
VENERE
dea della bellezza, corrispondente alla greca Artemide (v.).
 
VEÙ-PÀCHA
l’Inferno nella mitologia persiana.
 
VIA LATTEA o GALASSIA (v.).
 
VISNÙ
divinità indiana della conservazione (v. Trimurti).
 
ZARATUSTRA o ZOROASTRO
antico saggio persiano, riformatore dei culti e fondatore di un monoteismo con un Essere Assoluto creatore unico del Mondo poi sdoppiato in un dio del Bene, Orzmuzd  od Oròmase, e uno del Male, Arimàne.
 
ZEUS o GIOVE
padre degli dei. Potente e capriccioso, dominava tutti gli dei tranne il Fato o Moira.  
 
 
 

 

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